ORYGO
Sviluppa i tuoi sogni.

Fare qualcosa ed essere qualcosa. È questa la differenza che ha spinto Alessandro Acquadro ad operare una piccola rivoluzione nel locale di via Omar, dove da anni si rivolge al pubblico e alla clientela nella sua “Bottega fotografica”. Uno studio innovativo, ma caratterizzato dal sapore vintage, divenuto negli anni un riferimento per i tanti appassionati che negli ultimi tempi hanno riscoperto il gusto della pellicola e quella sensazione di magia mista a curiosità che solo i vecchi rullini possono regalare. 

Dopo un lungo percorso professionale di studio, ricerca e identità artistica, per il fotografo novarese Alessandro è giunto il momento di compiere uno “scatto” in avanti, grazie ad un nuovo progetto che darà un nuovo nome anche al suo negozio.

ORYGO –  Osservo, catturo, ricordo è il concept che da settembre 2023 ispira i servizi, i prodotti e le performance che ruotano attorno alla proposta di Alessandro e della sua bottega, che da studio passa ad una sorta di club. Un luogo esclusivo aperto a tutti gli innamorati della fotografia. Non importa quale sia il livello di partenza. Non bisogna necessariamente diventare Steve McCurry o la nuova Annie Leibovitz. L’importante è abbracciare una filosofia, che vuole la fotografia come una chiave capace di spalancare le porte dei sentimenti, dei ricordi, delle emozioni che ogni giorno passano davanti ai nostri occhi. Momenti che il buon fotografo sente di poter cogliere in uno scatto, di puro istinto o frutto di una posa, di un’attesa, poco importa. Il risultato è sempre quello di entrare in una dimensione onirica che solo il linguaggio artistico è in grado di proiettare. 

ORYGO vuole promuovere questo ritorno alla fotografia artigianale senza rinunciare per questo all’innovazione. Colori, luci, tecniche e strumenti si fondono in una proposta che spazia dai lavori tradizionali – come la classica foto di famiglia e i servizi a tema per festività o ricorrenze – alle esperienze più originali – come le performance artistiche durante le cerimonie o gli eventi, o i Ritratti di parole, in cui la fotografia sposa l’arte della poetica.

Un progetto ambizioso, che richiede tanto impegno, molta attenzione e una buona dose di fortuna. “Come in ogni nuovo inizio, subentrano dubbi e incognite – commenta Alessandro Acquadro – ma entusiasmo e fiducia non ci mancano. Confidiamo che questa rinnovata immagine potrà rappresentare uno stimolo verso chi ha l’ambizione di (ri)scoprire la fotografia d’autore”. Un mondo che, dopo aver subìto lo strapotere del digitale, può dire la sua al di là del ritorno di fiamma per l’analogico. 

“Gi strumenti che utilizziamo sono importanti, ma a fare la differenza resta la capacità di osservare la realtà attraverso un obbiettivo che, come dice la parola stessa, ha già nello sguardo una sua visione, un’ispirazione in grado di interagire con il soggetto che si vuole descrivere”, continua Acquadro.

Perché la fotografia non è necessariamente la rappresentazione fedele di ciò che si sta osservando. Tutto dipende dall’occhio di chi guarda e dal talento di riconoscere quello che altri non vedono. È questo lo spirito di ORYGO, un sogno ancora tutto da “sviluppare”.