Giovanna Calvenzi

Contrasto

Il libro è una edizione aggiornata della biografia di Lisetta Carmi, scritta da Giovanna Calvenzi nel 2013 e stampata da Bruno Mondadori.

Lisetta Carmi nasce a Genova il 15 febbraio 1924, da una famiglia borghese di origine ebraica. Muore nel luglio del 2022. Riceve una educazione laica dal punto di vista sia intellettuale sia culturale. Non può compiere studi regolari: l’istituzione delle leggi razziali del 1938 induce la famiglia ad espatriare in Svizzera, dove già studiano i due fratelli maggiori di Lisetta.

Si dedica con molto impegno allo studio del pianoforte e, alla fine della Seconda Guerra mondiale, si diploma al Conservatorio di Milano. Intraprende la carriera di pianista, con un repertorio ampio in cui sono privilegiati Bach e i musicisti moderni. Ha una particolare predilezione per Luigi Dalla Piccola, al quale dedicherà un’originale opera fotografica. Tiene concerti in Italia e all’estero, in Germania, in Svizzera e in Israele, ma non è soddisfatta della scelta compiuta, quasi imposta. Nel 1960 interrompe repentinamente l’attività musicale. La scelta è motivata dalla decisione di condividere le manifestazioni di protesta dei portuali di Genova, in occasione del Congresso Nazionale del MSI, concesso dal governo Tambroni.

Si avvicina alla fotografia casualmente, accompagnando l’amico musicologo Leo Levi in Puglia, per registrare i canti degli ebrei pugliesi. Scatta nove rullini, senza alcuna preparazione tecnica, ma le prime foto della Puglia riscuotono entusiasmo tra gli amici: “sembrano foto di Cartier Bresson…”.

Inizia la seconda vita che occupa larga una parte significativa del libro.

Giovanna Calvenzi, infatti, divide la vita di Lisetta Carmi in cinque parti:

• La prima vita. La musica, i concerti;

• La seconda vita. La fotografia;

• La terza vita. L’incontro con Babaji;

• La quarta vita. Paolo Ferrari e la musica dell’assenza;

• La quinta vita. La libertà.

Le cinque fasi non sono caratterizzate da passaggi graduali: sono stacchi netti, senza ripensamenti. Lisetta Carmi non ama l’ipocrisia, non sopporta le ingiustizie, osserva il mondo senza nascondere il suo modo di pensare e le sue emozioni.

Giovanna Calvenzi, figura di riferimento indispensabile per la storia della fotografia, scrive con uno stile scorrevole senza sovrapporsi alla protagonista. Lisetta Carmi guida la penna e, senza indulgere a sentimentalismi, racconta la sua vita, le sue passioni, le sue fotografie e anche i ripensamenti delle scelte fatte.

Il volume è corredato di quasi tutte le sue fotografie più note: non mancano quelle del lavoro dedicato ai travestiti, quella famosa di Ezra Pound e tante altre.

A mio parere il libro non deve essere letto per le immagini, ma per la storia di una donna forte, che non si piega al conformismo, che ha sempre il coraggio di non lasciarsi condizionare. In ogni circostanza rivendica la sua opinione. Da ebrea critica Israele per l’atteggiamento nei confronti dei palestinesi. Abbandona il Partito Comunista, per l’atteggiamento misogino nei confronti delle donne.

Il libro emoziona, anche quando non si comprendono alcune decisioni, come quella di seguire l’insegnamento di un predicatore indiano.

Provo ammirazione per una persona che negli anni Sessanta conserva la coscienza del suo ruolo di donna e la sua indipendenza di pensiero. È una lezione, che, in questi tempi un po’ bui, è ancora di grande attualità. Il libro si legge con piacere fino alla fine e anche le incomprensioni vengono superate. Rimane la sensazione di una grande persona. 

recensione scritta da Mario Balossini per il n°11 de La Fenice